Quattro passi nel tempo – Breve storia di Vignanello – Dal VII al XIII secolo

 

604

Il primo documento ufficiale nel quale si parla di Vignanello è un privilegio del pontefice San Gregorio I a favore della basilica Vaticana a cui donò «olivetum in feudo Julianelli» nell’anno 604 citato dal Lagrimanti.

 

852

In una lettera di Leone IV (847-855) scritta su richiesta del Vescovo di Toscanella (Tuscania) Vomobono, vengono specificati i confini e i luoghi spettanti a quel Vescovato (appendice 1, documento riportato nelle “Memorie Istoriche della città Tuscania, 1778, pag 108).

Fra gli altri possedimenti viene citato un “Vilianellum Monachorum”
Probabilmente i monaci erano quelli dell’ Abazia di S. Elia sub Pentoma. Lo stesso Lagrimanti è incerto circa il fatto che il toponimo fosse relativo a Vignanello, anche se poi afferma di esserne convinto. Ora, dato che si parla di Tuscania, e dato che nel Lazio esiste solo un altro luogo con toponimo simile, Giulianello, situato a sud di Roma, la identificazione con l’attuale Vignanello è ragionevole.

 

1074

Una bolla di Gregorio VII emessa il 13 Marzo 1074 cita una “Massam Julianam cum castello Julianellum”, come pertinenza del Monastero di S. Paolo fuori le mura. La “massa” è un aggregato di poderi. Il termine tardo-latino, noto per sole quattro iscrizioni, è reso in italiano con “tenuta”.

 

l’identificazione con l’attuale Vignanello è molto incerta, perché non esistono elementi di localizzazione certa. Tuttavia è significativo il fatto che nel documento venga citato dopo “Massam Caesanam” cioè l’attuale Cesano.

 

Una considerazione filologica: “castellum” è un diminutivo di “castrum” e quindi sta ad indicare un villaggio fortificato La denominazione lascia intendere che ci fosse una tenuta (“massa”), tipicamente una suddivisione amministrativa del “patrimonium” della Chiesa, con luogo fortificato che faceva probabilmente da punto di riferimento per il territorio. .

 

1169

Prima del 1169, in un periodo imprecisato, Vignanello fu molto probabilmente comune autonomo direttamente sotto Federico Barbarossa, che lo prese al Papato. Nel 1169, secondo il resoconto del Bussi, autore di una storia di Viterbo, Vignanello insieme ad altri castelli fu donato al comune di Viterbo da Federico Barbarossa. Viterbo stessa si assoggettò spontaneamente all’Imperatore, che gli donò anche il vessillo imperiale.

 

Il Bussi cita la cronaca di Lanzellotto, perduta, che nel citare Vignanello usa la grafia “Jugnianello”. Torneremo su questa grafia

Niccolò della Tuccia fornisce una versione leggermente diversa; dice che Vignanello fosse donata ai Viterbesi da Federico I Barbarossa durante il suo viaggio di ritorno, come risposta alle lamentele dei Viterbesi per dover alimentare i soldati dellì’Imperatore.

 

1172

Il 4 gennaio del’anno suddetto viene stilato una convenzione fra Viterbo e Vignanello

Una versione della convenzione recita: “Nos…. Consules Viterbiensis… talem conventionem fecimus cun populo castri Iulianelli, ut ammodum Consulatus et populum Viterbi, castrum ipsum et personae…. adjuvare et defendere, sicut unum de aliis castellis de Viterbio…. salvo omni jure et reddito domini ipsius castelli”.

 

La motivazione di questo atto non è chiara, ma quello che la frase sopra riportata lascia intendere è che il “castellum” era di proprietà di una famiglia, probabilmente quella dei Prefetti di Vico. Sembrerebbe immaginarsi che qualcosa sia successo fra il 1169 e il 1172, per necessitare di un nuovo atto, forse la conquista da parte dei Prefetti, se erano loro i padroni del “castellum”, oppure l’atto fu stilato perché Viterbo, nel 1172 e per circa un anno, tentò di liberarsi del giogo imperiale, in questo sobillato dal Pontefice Alessandro III.

 

1177  

Una bolla di Alessandro III, che nel frattempo era tornato a Roma essendosi pentito l’antipapa, afferma che l’Abbazia Sub Pentoma, localizzata a Castel S. Elia, possedeva “In Castello Julianello ecclesiam Sancti Blasii” e “In Castello Fabricae ecclesiam Sancti Silvestri”. Quindi il “castellum” in quest’epoca aveva almeno una chiesa, anche se l’unica chiesa di S. Biagio a Vignanello di cui si ha al momento memoria è fuori del perimetro della città più antica

 

1228

Vignanello fu diroccato dai viterbesi perché non aveva tenuto fede ai i patti di vassallaggio ed aveva aiutato i romani nell’ultima guerra non sappiamo se istigato o no dai figli di Tebaldo dei Prefetteschi, allora signore di quella terra.

 

1230

Il 13 Giugno 1230, a due anni di distanza dagli eventi del 1228 i Vignanellesi a Viterbo “promiserunt toto tempore guerre inter Viterbienses et Romanos  non rehedificare castrum Iulianelli in totum vel in parte, nec aliquam domum vel capannam seu criptam facere in Iulianello, nec in ipso receptare, et nullam datam vel servitum dare vel facere Praefectis vel filiis Tebaldi prefecti vel alicui pro eis” e di aiutare Viterbo  “contra omnes personas, praeter quam contra dominos eorum, silicet filios Teobaldi de Praefecto…”

 

1252

Federico II restituisce Viterbo al Papa

 

1254

Il 30 Luglio Vignanello rinnovò, con altri luoghi, il patto di sudditanza a Viterbo e successivamente nello stesso anno fu infeudato dai consoli della città di Viterbo alla famiglia Ildeibrandina (Aldobrandescchi) che ne affidò il governo ad Orso Orsini

 

1282

il Prefetto Pietro di Vico, alleandosi con i viterbesi, privò l’Orsini del governo di Vignanello. Questo sembrerebbe rafforzare in qualche maniera l’ipotesi che per un periodo Vignanello fosse comune autonomo.