Il Reggimento Ruspoli – Parte II – La leva a Vignanello del 1708

Nel contesto della cosiddetta “Guerra di Comacchio”, sbocco della crisi diplomatica fra l’ Impero Austriaco e la Santa Sede, a seguito delle divergenze sulla successione al Trono di Spagna, il Papato ricorse ad una misura straordinaria: la leva obbligatoria dei cittadini.

L’editto, dal titolo “Per la leva d’Vomini fcelti da farfi dalle Comunità dello Stato Ecclefiaftico”. fu emesso da Cornelio Bentivoglio, Commissario Generale delle Armi Pontificie, il 31 Luglio 1708, e prevedeva la selezione di un uomo “ogni cento anime”,“ che non sia maggiore d’anni 40. e minore di 20”. Gli uomini scelti, a seconda della Provincia di appartenenza, sarebbero dovuti andare, a spese della Comunità di origine, o a Faenza o a Roma, le due piazze d’armi nelle quali si stavano radunando i soldatii.

L’informazione arrivò a Vignanello sotto forma di una lettera del Governatore di Viterbo, il veneziano Francesco Foscari, agli inizi di Agosto. Il Governatore di Vignanello, Paolo Lombardozzi, informò immediatamente il Marchese Francesco Maria Ruspoli, che inviò le sue istruzioni con una lettera del 18 agosto:

prontam.[ent]e farà con l’intelligenza delli Priori una scelta tra tutti cotesti vassalli a ragione di uno pp cento, accertando che sijno giovani ben fatti, scapoli, e che abbino le qualità, che si richiedono nel bando, che a quest’effetto qui accluso trasmetto; l’avvertenza ch’ella averà di più, pp la quale le incarico, sarà di preferire ad ogn’altro quelle ppsone, che saranno discole, et inquiete”. ii

L’opportunità di liberarsi, attraverso la leva, di disturbatori fu seguita da quasi tutte le comunità, con risultati, per l’esercito pontificio, non proprio dei migliori in termini di disciplina.

Il Governatore, una volta scelte le persone con l’aiuto dei Priori, avrebbe dovuto “mandarle a Roma qui al mio Palazzo accompagnati dal Cap.[ora]le delli soldati e cercare che siano in meno cattivo stato di abiti, che sia possibile; assicurerà ben sì tutti che dovendo indispensabilm.[ent]e obbedire N.S. in tal congiunt.[ur]a, sarà mia cura che abbino tutti li riguardi, e tutte le abilità possibili”. Il Marchese chiede esplicitamente di essere avvisato un giorno prima dell’arrivo dei soldati.iii

Ricordo per inciso che in quel momento Francesco Maria Ruspoli abitava in affitto a Palazzo Bonelli (attuale Palazzo Valentini) a Piazza Ss. Apostoli.

Gli uomini dovranno essere “accompagnati con una lett.[er]a di V.S. a me diretta con una nota inclusa con il nome, cognome, patria, età e nome del p.[ad]re vivo, o defonto che sia”.

Vignanello, fra il 1707 e il 1711, aveva 414 famiglie (fuochi), e 2230 anime, di cui adulte 1510 (di comunione). iv

La scelta degli uomini fu fatta molto rapidamente; il Governatore di Vignanello poteva già il 23 agosto scrivere al Marchese:

La scelta delli soldati è riuscita meno strepitosa di quello mi figuravo, poiché la maggiore parte d’essi vengono volentieri a servire la Santità di N.S. Sentirà nondimeno l’E.V. qualche doglianza sopra tal capata a causa che li Priori non hanno scelti li loro parenti; ma siccome sono persone quiete, così ancora parmi sia stata giustizia di non porli in nota[…]”v

Come si vede, l’uomo non cambia mai e i Priori cercarono di evitare di inserire nelle liste propri congiunti, in questo spalleggiati dal Governatore, con la scusa che fossero brave persone. Lo stesso giorno il Governatore avvertiva Francesco Maria Ruspoli della partenze dei 18 uomini prescelti dalla comunità. L’ elenco, completo di tutte le informazioni richieste dal Marchese, è riportato nell’Appendice 1.

Da questo momento in poi, riesce difficile seguire la successione degli eventi. Francesco Maria Ruspoli era impegnato nella leva ed organizzazione del suo corpo militare, il Reggimento Ruspoli, e non sappiamo se la sua intenzione fosse quella di inserire questi vignanellesi nello stesso Reggimento oppure metterli a disposizione del Commissario Generale delle Armi Pontificie. Il titolo dell’elenco riportato in Appendice 1 sembra far propendere per la prima ipotesi, ma in mancanza di un ruolo completo del Reggimento, non ne possiamo avere la certezza.

Inoltre, in una lettera del 2 settembre scritta al Vice Governatore di Vignanello Franco Meconitijvi, Francesco Maria Ruspoli parla di 10 uomini venuti, e chiede la sostituzione di due non abili con una nuova estrazione a sorte. Non si sa se questa richiesta fosse una richiesta aggiuntiva, e nemmeno perché qui si citi una estrazione a sorte, che sembra essere esclusa dalla prima scelta.

Sia come sia, probabilmente a Roma, fu fatta una ulteriore indagine, con il risultato che dei 18 uomini ne furono prescelti solo sette. Sempre in Appendice 1, è riportato questo secondo elenco, da cui si possono vedere anche le motivazioni di tale scelta.

Purtroppo, la documentazione su questi uomini sembra finire qui. Il Reggimento Ruspoli partirà da Roma per ultimo, fra i vari corpi militari levati a Roma, alla volta di Faenza fra la fine di ottobre e gli inizi di novembre. Fra i nominativi reperiti dei circa 500 uomini che lo costituivano non è stato al momento possibile rintracciare quelli dei vignanellesi.

Fu, per lo Stato Pontificio e per le popolazioni, in larga maggioranza contadine, uno sforzo non indifferente. Anche se la Guerra di Comacchio, salvo qualche scaramuccia, non portò mai a veri e propri scontri, i costi e i problemi legati sia allo spostamento di persone che lavoravano la terra, che i rifornimenti forzosi per il corpo di spedizione austriaco ebbero un impatto pesante, e tutte le Province e Legazioni tirarono un sospiro di sollievo quando nel gennaio 1709 fu raggiunto un accordo fra la Santa Sede e l’Impero Austriaco.

Maurizio Grattarola

© Giugno 2018

APPENDICE 1

ARCHIVIO SEGRETO VATICANO

ARCHIVIO RUSPOLI MARESCOTTI

FALDONE 203

DOCUMENTO 15

COPERTA

1708.

Lista e nota dell’omini venuti da Vignanello per soldati

nel regimento fatto da S.E. per servizio della S.[ant]a Sede

f. 1 r.

Nota delli soldati scelti dalla Communità

di Vignanello l.an.[no] 1708

Oratio Tesei figlio del q.[uonda]m Biagio da Vignanello d’anni 23

Giuseppe Mattia Ziaco del q.[uonda]m Fran.[ces]co da Vignanello d’anni 22

Alessandro Ceccone figlio di Marco da Vignanello d’anni 23

Dom.[eni]co Ilario Ceccone figlio del q.[uonda]m Fran.[ces]co da Vignanello d’anni 22

Dom.[eni]co Sebastiano Gaspare Petrone figlio del q.[uonda]m Ipolito da Vignanello d’anni 20

Antonio Sacco figlio del q.[uonda]m Andrea da Vignanello d’anni 22

Filippo Santi figlio di Bernardino da Vignanello d’anni 23

Luca Gio:[vanni] Bat[tis]ta Soprani figlio di Giovanni da Vignanello d’anni 25

Pietro Mastrangeli figlio di Giacomo da Vignanello d’anni 23

Lorenzo Stefanucci figlio del q.[uonda]m Giacomo da Vignanello d’anni 27

Micchelangelo Serluca figlio del q.[uonda]m Stefano da Vignanello d’anni 24

Atanasio figlio del q.[uonda]m Sebastiano Placidi da Vignanello d’anni 22

Antonio Salvatorelli [Silvestrelli?]figlio del q.[uonda]m Salvatore dal Castel di Parano abitante in Vignanello d’anni 24

f. 1 v.

Giorgio Butio figlio del q.[uonda]m Pietro da Civ:sari [? ndr] abitante in Vignanello d’anni 21

Camillo Stefanucci figlio del q.[uonda]m Giacomo da Vignanello d’anni 24

Antonio Petrone figlio del q.[uonda]m Ovidio da Vignanello d’anni 23

Dom.[eni]co Litij figlio di Biagio da Vignanello d’anni 24

Prospero figlio di Carlo Loppi da Vignanello d’anni 21

f. 2 r.

Nota delli soldati venuti da Vignanello l.an.[no] 1708

Dom.[eni]co di Biagio Litij che dice havere un occhio destro dal quale non vede

-Oratio Basilij – resta

||||| Filippo di Bernardino Andreasanti parte

è fig.[lio] della balia

-Domenico d’Ippolito Petroni – resta

Michel’Ang.[elo] Serluca – parte

dice d’esser solo, e di havere una sorella di anni 11 -, e due fr[ate]lli più piccoli senza p[ad]re e

m[ad]re

Luca di Giovanni Soprano resta

dice di havere il p[ad]re vecchio, e un altro fr[ate]llo che tiene in affitto la mola di Vallerano

Cammillo Pietro di Giac.[om]o Stefanucci

dice d’esser sordo – parte

Gios[epp]e di Fran.[ces]co Ziaco. Figlio di Madalena resta

Ant.[oni]o d’Andrea Sacco parte

hà la bocca di lepre, e non s’intende parlare

Alessandr[o] di Marco Cecconi parte

dice d’esser solo, e di havere il p[ad]re vecchio.

Dom.[eni]co di Fran.[ces]co Ceccone resta

dice che è figlio unico

Atanasio di Bastiano Placidi resta

f. 2 v.

-Antonio Petroni resta

-Giorgio Bussi resta

-Prospero Croce di Carlo Loppi resta

bastardo

-P[iet]ro Mastr’Angelo resta

bastardo

-Ant.[oni]o Silvestrelli parte

è da Parrano e fa il calzolaro a Vignanello

Lorenzo Stefanucci resta

ch’è solo, e sta’ p[er] pigliar moglie

[tre parole incomprensibili barrate ndr]

f. 3 r.

partono

1 Filippo di Belardino Santi

2 Michel Angelo Serluca

3 Camillo di Giacomo Stefanucci

4 Antonio d’Andrea Sacco

5 Alessandro di Marco Cerasoli

6 Dom.[eni]co di Biagio Litij

7 Antonio Silvestrelli

restano

Prospero di Carlo Loppi

Giorgio Bussi

Oratio Basilij

Domenico Petroni

Dom.[eni]co d’Ippolito Petrone

Pietro Mastr’Angelo

Luca Soprano

Giuseppe di Fran.[ces]co Ziachi

Lorenzo Stefanucci

iArchivio Segreto Vaticano, Bandi Sciolti, busta 21 b 1708

iiArchivio Segreto Vaticano, Archivio Ruspoli Marescotti, faldone 605, doc. 50 Lettere varie

iiiIbidem

iv“Notizie della Chiesa vecchia parrocchiale, e della nuova Collegiata, delle visite dei Vescovi, e dei LL. pii raccolte da D. Francesco Lagrimanti” Archivio Parrocchiale di Vignanello busta 101 ora in Archivio Diocesano di Civita Castellana

vArchivio Segreto Vaticano, Archivio Ruspoli Marescotti, faldone 281

viArchivio Segreto Vaticano, Archivio Ruspoli Marescotti, faldone 605, doc. 50 Lettere varie