– Introduzione

STIPITE DELLA PORTA DELLA CHIESA


Queste pagine su uno dei monumenti e siti più importanti di Vignanello, finora stranamente ignorato da ricercatori e storici, nascono grazie alla disponibilità di Don Filippo d’Aquino di Caramanico, Principe di Sansevero, attuale proprietario del sito, che continua l’opera iniziata dal padre Don Guido d’Aquino di Caramanico, Principe di Sansevero. Grazie alla loro opera, la Commenda di S. Maria di Centignano dei Cavalieri di Malta (originariamente Cavalieri di S. Giovanni di Gerusalemme, o Cavalieri Giovanniti o Gerosolimitani) mantiene quasi inalterata la configurazione che conosciamo almeno a partire dagli inizi del XVII secolo.

Le prime notizie documentarie ritrovate indicano la presenza della Chiesa fin dal 1212, anche se non sappiamo se fosse già annesso un ospedale, o, come diremmo oggi, un ospizio per i viandanti e pellegrini.

Il sito è situato a poca distanza da Vignanello a nord del paese, sulla strada che conduce a Soriano del Cimino. Non sono ancora chiare le motivazioni che spinsero i fondatori a scegliere proprio questo luogo, ma è certo che siamo in una delle zone più importanti dell’alto Medio Evo, al centro del cosiddetto “Corridoio Bizantino” e a poca distanza dalla via Amerina.

Vale la pena spendere due parole su entrambi.

Il “Corridoio Bizantino” o “Provincia Castellorum” era una fascia di territorio fra il Lazio e l’Umcorridoio-bizantinobria mantenuta sotto il controllo dei Bizantini per permettere l’accesso da Roma, sede del potere spirituale, a Ravenna, sede del potere politico bizantino in Italia. Il corridoio separava i due grandi possedimenti longobardi in Italia, il “Regnum Longobardorum” a nord-ovest che comprendeva la Toscana e parte dell’Alto Lazio o Tuscia, e il Ducato di Spoleto a sud-est. Mantenere il controllo di questa striscia era una assoluta necessità per i Bizantini, dato che la via Flaminia, che congiungeva Roma alle Marche, correva in parte nel territorio dominato dai Longobardi. Il punto più stretto del corridoio è proprio nella zona compresa fra Soriano, Vignanello e Corchiano.

E’ qui che incontriamo la via Amerina, sotto totale controllo bizantino. La strada inizia alla “Mansio ad Vacanas”, nell’attuale valle del Baccano, sotto Campagnano, come diverticolo della Via Cassia. Attraversava Nepi, Fabrica di Roma (la Falerii Novii dei Romani), Corchiano, Amelia, Todi e Perugia, per poi ricongiungersi alla Flaminia all’altezza di Cantiano.via-amerina-oggi

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E’ quindi lecito pensare che la scelta di Centignano fosse dovuta alla sua posizione a pochissima distanza dalla Via Amerina e quasi al centro del corridoio.

C’è da aggiungere che i toponimi con terminazione –ano, come Soriano, Vallerano, Corchiano fra gli altri, indicano località, paesi o siti inizialmente proprietà private romane (fundi, massae, casales).

Ulteriori indagini potranno stabilire se esistono i presupposti per considerare l’area di Centignano già utilizzata in tempi più remoti del Medio Evo.

© MAURIZIO GRATTAROLA 2017